Le Grandi Storie della Fantascienza 24 (1262) by Isaac Asimov

Le Grandi Storie della Fantascienza 24 (1262) by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov [Asimov, Isaac]
La lingua: eng
Format: epub
editore: FSBook
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Eden infilò la tuta di piombo, imprecando a mezza bocca, come facevano tutti i Barcaioli, fin dal giorno in cui il primo di loro aveva iniziato a fare quel mestiere. Le Barche erano dotate di un ottimo sistema di protezione e le tute servivano soltanto a schermare i tecnici nel caso di infiltrazioni radioattive. Ma sul Sole era improbabile che la contaminazione radioattiva fosse di così piccola entità da poter essere contrastata da una tuta di piombo; qualora si fosse verificata anche una piccolissima falla nella Barca, l'esposizione all'atmosfera solare li avrebbe uccisi prima ancora che potessero rendersi conto di quello che stava succedendo. In quel caso, l'utilità della tuta era pari a quella di una piuma utilizzata per arginare un'eruzione vulcanica. Nondimeno, il regolamento prescriveva che tutti i tecnici la indossassero prima di salire a bordo.

Il trasferimento dalla Base alla Barca era sempre una manovra rischiosa. Il toro, situato sopra il sistema di bloccaggio, non era una parte fissa del meccanismo e, se si spostava, il tecnico poteva venire colpito in pieno dalla forza di attrazione gravitazionale del Sole. Eden scivolò nella Barca e fece il consueto giro di ispezione prima di prendere posto e iniziare le manovre di avviamento.

Sulla superficie del Sole persisteva uno stato di notevole turbolenza. Per prima cosa, Eden controllò la riserva di carbonio, il gas che, evaporando, formava una specie di pellicola sottilissima che proteggeva la Barca dal rischio di fusione. La Barca si muoveva attraverso la pellicola gassosa come una goccia d'acqua attraverso uno strato di vapore su una lastra incandescente: era quello l'effetto sessile. Subito dopo, Eden controllò i tori. Lì, in un condotto circolare, alcuni chili di protoni viaggiavano a una velocità di poco inferiore a quella della luce. A quella velocità i protoni raggiungevano il peso di un numero incalcolabile di tonnellate, e questo serviva a bilanciare l'enorme attrazione gravitazionale esercitata dal Sole. Lo stesso nastro magnetico, che forniva il campo necessario per mantenere i protoni nello stato di massa pesante, serviva anche a mantenere la medesima polarità della vicina superficie solare. In questo modo il toro e la superficie del Sole si respingevano a vicenda. Tutto ciò che si trovava sotto il toro era soggetto a due campi gravitazionali, dei quali quello esercitato dal toro annullava quasi, ma non del tutto, quello del Sole. Di conseguenza, gli uomini all'interno delle Barche e alla Base, lavoravano in condizioni di gravità 1.

Eden completò i controlli su tutte le parti meccaniche e strumentali della Barca. Ciascuno dei quattro uomini dell'equipaggio era responsabile di un settore del mezzo Cinque minuti prima di salpare, tutte le verifiche erano state ultimate e, quando scattò l'ora zero, presero il largo.

La Barca procedeva senza difficoltà sotto la guida di Eden. Ogni tanto, quando la superficie del sole si intorbidiva o ribolliva, sobbalzava e si impennava, ma lui continuò a puntare verso il largo, inclinando leggermente la prua verso il basso.

— Come va? — domandò via microfono.

In risposta gli giunse un coro di "bene". Eden inclinò ulteriormente la Barca per aumentarne la velocità.



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